sabato 25 luglio 2009

A COLLOQUIO CON IL PREMIER


di Francesco Storace
Abruzzo, mutuo sociale, elezioni regionali: di questi argomenti ho avuto modo di parlare ieri col presidente del Consiglio, Berlusconi, in un colloquio che ho chiesto a nome de La Destra a seguito del mandato ricevuto dall’esecutivo politico dei giorni scorsi e in vista del comitato centrale che terremo a settembre, prima della nostra conferenza programmatica.
Non ci vedevamo da tempo, dal febbraio 2008, quasi un anno e mezzo trascorso senza comunicazione e in un clima di ostilità che la nostra comunità ha avvertito e subito fra elezioni politiche, regionali d’Abruzzo, regionali sarde ed elezioni europee con la legge elettorale che ci ha tagliato le gambe.
Ma siccome la politica è fatta più di prospettiva che di rancore, abbiamo voluto andare a tastare il terreno in vista di elezioni in 13 regioni nella prossima primavera sulle intenzioni del centrodestra, su come ci si intende porre nell’alternativa alla sinistra.
Non ero solo: con me è venuto il segretario regionale dell’Abruzzo, Luigi D’Eramo, che da diretto protagonista della tragedia dell’Aquila ha preparato un dettagliato dossier sul post-terremoto che abbiamo consegnato al presidente del Consiglio sulle questioni che meritano un approfondimento. Una discussione talmente di sostanza che il prossimo incontro che D’Eramo dovrà avere sarà direttamente con il sottosegretario Bertolaso, per evitare ulteriori problemi ai cittadini dell’Aquila.
Al capo del governo ho consegnato anche una bozza di emendamento per il decreto sul pacchetto casa, proponente la delega a regioni e comuni ad avviare il progetto di mutuo sociale ed elaborato in collaborazione con Casapound. La sinistra predica il diritto alla casa, noi proponiamo alla politica di garantire il diritto alla proprietà della casa, a partire dalle famiglie più esposte socialmente.L’emendamento, che Berlusconi si è riservato di valutare, sarà comunque da me mandato a tutti i deputati e senatori con la proposta di presentarlo nella discussione sul decreto casa.
Poi, le regionali. Al leader del Pdl ho esposto i dati delle amministrative, assolutamente lusinghieri in molte zone dove eravamo presenti con il simbolo de La Destra, sia in alleanza che in competizione diretta con i nostri candidati a sindaco e alla presidenza delle province.
In una battaglia combattuta senza mezzi economici e con la censura dei media, le nostre liste hanno registrato ovunque una performance nettamente superiore al risultato delle elezioni europee nel raffronto nei territori dove si disputavano le amministrative.
Alle regionali, che non sono semplici elezioni amministrative, noi non vogliamo fare come l’Udc, che pare volersi riservare il diritto di scegliere le alleanze regione per regione; la partita che intendiamo disputare – e che dovremo discutere in comitato centrale – dovrà vederci impegnati, a mio personale parere, con impegni programmatici netti di carattere sociale, in maniera omogenea per affermare in tutto il Paese il messaggio de La Destra. E il Pdl dovrà valutare con grande attenzione candidati alle presidenze delle regioni e programmi elettorali, se vorra’ lanciare un messaggio di alternativa e non di semplice alternanza di potere.
Ne discuteremo ancora, soprattutto perchè è giusto che ad esprimersi siano gli organi di partito sulla base del lavoro istruttorio - che è ancora tutto da compiere – dopo il mandato dell’esecutivo. Certo è che non staremo fermi. In tutte le regioni abbiamo la concreta possibilita’ di entrare con nostri uomini, sotto le nostre bandiere se, superata la delusione europea, ci mettiamo concretamente a lavorare con cura nel territorio selezionando le migliori candidature disponibili per le nostre liste.Chi vuol vincere nelle regioni non potrà fare a meno di noi.

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