domenica 31 agosto 2008

GOVERNO BERLUSCONI, NESSUNA TRACCIA DI DESTRA


Vi propongo un piccolo parziale riassunto delle mirabili gesta del Governo di Berlusconi, Fini e Bossi.
Dopo soli 4 mesi di governo è già evidente la mancanza totale di una politica di Destra, d'altronde cosa ci si poteva aspettare da chi ha già deciso di entrare a far parte della grande famiglia democristiana del Partito Popolare Europeo???
ED ORA GIUDICATE VOI
28 MAGGIO 2008 - G. FINI SI VERGOGNA DI GIORGIO ALMIRANTE
“Credo che a lei faccia piacere, onorevole Fiano, se dico che sono certamente vergognose le frasi che lei ha letto ” Lo ha detto nell’Aula della Camera il presidente Gianfranco Fini dopo che il deputato Emanuele Fiano (Pd) ha letto delle frasi di un testo di Giorgio Almirante pubblicato nel maggio 1942.
20 LUGLIO 2008 - BOSSI INSULTA L'INNO ITALIANO
Nel corso del congresso della Liga-Veneta il ministro delle riforme Umberto bossi insulta con il dito medio l'inno d'italia. Spiegazione: "mai piu schiavi di Roma"...ora a Roma però ci sta lui!
22 LUGLIO - 2008 APPROVATO "IL LODO ALFANO"
Con 171 sì, 128 no e 6 astenuti viene approvato il lodo Alfano che dispone la sospensione dei processi penali nei confronti del presidente della Repubblica, dei presidenti delle due Camere e del presidente del Consiglio SILVIO BERLUSCONI fino alla cessazione della carica.
AGOSTO 2008 - FINANZIARIA TAGLI ALLE FORZE DELL'ORDINE
Ammontano a 3 miliardi i tagli previsti per i prossimi 3 anni alle forze dell'ordine con una riduzione dell'organico di 40.000 unità. I media però ci bombardano con le immagini dei 3.000 militari dell'esercito che collaborano con polizia e carabinieri. Ma 40.000 meno 3.000 quanto fa??? ora ci sentiamo piu sicuri!
30 AGOSTO 2008 - L'ITALIA REGALA ALLA LIBIA 5 MILIARDI DI DOLLARI
Anzichè cercare di sanzionare una nazione nemica che ogni anno permette l'arrivo sul nostro territorio di decine di migliaia di immigrati clandestini, il Governo Berlusconi firma un accordo con Gheddafi in cui l'Italia si impegna a versare alla Libia la somma di 5 miliardi di euro (dilazionata nei prossimi 25 anni). Berlusconi dichiara: "storico accordo che permetterà di voltare pagina rispetto al passato coloniale". Incredibile, neanche la sinistra sarebbe arrivata a tanto!!!

giovedì 28 agosto 2008

C'E' POSTA PER TE

Pubblichiamo la lettera, inoltrata a Comune e Provincia, con la quale abbiamo richiesto informazioni sulle reali condizioni del Ponte di Via Amedeo di Castellamonte. Attendiamo fiduciosi una risposta.


G.I. TORINO PER OSSEZIA ED ABKHAZIA LIBERE!


Le agenzie internazionali, ieri, hanno dato la notizia del riconoscimento da parte della Federazione Russa, delle due repubbliche separatiste del Caucaso - Ossezia e Abkhazia - da cui
scaturì il breve conflitto tra i russi e i georgiani, culminato con i bombardamenti su alcune città e con l'occupazione dei territori irredenti.
Non ha tardato la pronta risposta della NATO (che in questi giorni è in piena crisi con la Russia di Medvedev, così come gli Stati Uniti) e del G7 che hanno chiesto il ritiro del riconoscimento elargito da Mosca.
Gioventù Italiana Torino prende una posizione circa la questione, attraverso il Portavoce provinciale, Emiliano Romanelli: "Gioventù Italiana Torino plaude all'iniziativa portata avanti dalla Russia, di riconoscere l'indipendenza delle regioni di Ossezia e Abkhazia, considerando il diritto all'autodeterminazione dei popoli e all'autodecisione, un fondamento importante oltre che un'espressione di libertà". Poi aggiunge: "La Russia sta semplicemente difendendo i propri interessi nazionali e la propria integrità, dalle minacce esterne che si fanno sempre più pressanti. Come si potrebbe considerare diversamente, una nazione (gli USA), che intende ergere uno scudo anti-missile nel cuore dell'Europa e spingere affannosamente alcuni paesi ad entrare nella Nato?". Infine una citazione importante: "Sarebbe interessante capire perché la comunità internazionale usa due pesi e due misure per il Kosovo e per le province separatiste del Caucaso, forse perché quest'ultime rientrano negli interessi strategici di Mosca e non di Washington?".
Gioventù Italiana, dopo il Tibet, si esprime ancora a favore della libertà dei popoli.

martedì 26 agosto 2008

LA PRECARIA CONDIZIONE DEI PONTI DI VENARIA


Apprendiamo con piacere che l'amministrazione comunale venariese, nella persona del Vicesindaco ed assessore ai lavori pubblici Salvino Ippolito, si stia finalmente preoccupando della precaria stabilità del ponte di Via Cavalli. La Destra Venaria giudica di primaria importanza il reperimento e lo stanziamento di fondi per la messa in sicurezza di questa importante struttura nei tempi piu riestretti possibile.
Facendoci portavoci della preoccupazione di alcuni nostri concittadini, ci chiediamo se analoghi interventi di manutenzione e consolidamento non siano necessari anche per il ponte di via Amedeo di Castellamonte -struttura costruita per sostenere un passaggio limitato di automezzi- che, dopo l'inaugurazione della reggia, è costretta a sopportare un transito infinitamente superiore di veicoli fra cui pullman carichi di turisti e mezzi pesanti per i lavori che ancora interessano l'area della Reggia. Al fine di fare chiarezza sulle reali condizioni del ponte di Castellamonte La Destra Venariese ha inoltrato specifica richiesta informazioni agli enti competenti.

VALERIO RAMINI
Portavoce cittadino “La Destra” Venaria



sabato 23 agosto 2008

AVANTI CON "LA DESTRA"!


La sezione venariese de "LA DESTRA", cosi come la stragrande maggioranza del paritito, respinge con forza ogni ipotesti di confluenza nel PDL sollevata dal' On. Santanchè in vista del congresso nazionale di Novembre.
Appoggiamo naturalmente la linea del Segretario Francesco Storace e del Presidente Teodoro Buontempo rinnovando il nostro impegno finalizzato alla costruzione di un grande partito di DESTRA popolare aperto al dialogo con le altre forze politiche, senza tradire mai la propria identità ed il patto d'onore con la "base".
In virtù dell'offensiva mediatica scatenata contro di noi in questi giorni vogliamo tranquillizzare elettori e simpatizzanti garantendo loro che ogni tentativo di cancellare la destra politica in Italia verrà da noi duramente contrastato e neutralizzato.
Al congresso di Novembre verrà confermata la natura sociale ed identitaria che si ritrova nel manifesto dei valori del parito e saranno discusse e scelte le strategie per costruire l'opposizone nazionale di cui l'Italia ha davvero bisogno. Le sirene arcoriane saranno allora definitivamente messe a tacere.

VALERIO RAMINI
Portavoce cittadino "La Destra" Venaria

venerdì 22 agosto 2008

L'INTERVISTA DI OGGI A STORACE


Vi proponiamo l’intervista al Segretario Francesco Storace pubblicata oggi dal quotidiano La Stampa.

Sotto i riflettori c’è la spartizione della torta Pdl da parte di Forza Italia e Alleanza nazionale, 70 a 30, certificata dal notaio e che non fa impressione al leader de La Destra, che dice: “Fini aveva svenduto An già prima, quando ha deciso di chiudere i battenti con la destra politica organizzata”. Ovviamente “infischiandosene del consenso”. “Non è più previsto” incalza Storace “un sistema in cui si vota per qualche persona”, e ormai “Berlusconi e Veltroni hanno deciso come deve essere il Parlamento italiano”. Anche La Destra ha le idee chiare. L’apertura ‘arcoriana’? “Se volevo confluire lo facevo alle politiche” ribadisce per l’ennesima volta Storace, che in Abruzzo, contro Di Pietro, candida il presidente de La Destra, Teodoro Buontempo.
PER LEGGERE L'INTERVISTA CLICCA QUI

NASCE IL BLOG DI GIOVENTU ITALIANA TORINO

Ebbene, da oggi, anche il nucleo provinciale torinese di Gioventù Italiana, ha il suo blog. Abbiamo ritenuto importante avere uno spazio on-line, dal quale poter diffondere la nostra voce, i messaggi e le idee che animano la nostra vita e la nostra lotta politica. Come avrete modo di capire dagli articoli che verranno, Gioventù Italiana Torino sarà molto attiva e si proietterà in toto, in quello che sarà un autunno denso di attività ed impegno militante (per il nostro Partito e per la nostra realtà giovanile). Come sottotitola la nostra testata, dobbiamo "riaccendere le stelle", ed oltre ad accenderle lanciamo loro la sfida!

mercoledì 20 agosto 2008

PUBBLICIZZA QUESTO BLOG!

DEJA VU'

In questi ultimi giorni d'agosto è partita in grande stile la campagna pubblicitarià del blog. Militanti e simpatizzanti venariesi si stanno adoperando al fine di far conoscere ai nostri concittadini questo spazio di controinformazione politica e militante.

Puoi aiutarci anche tu informando amici e conoscenti oppure inviando una mail ai tuoi contatti e pubblicizzando il blog su forum e community. Infine non dimenticatevi di memorizzare il blog nei Preferiti e di visitarlo quotidianamente per leggere e commentare ogni giorno il punto di vista della sezione sulle questioni cittadine e non.

http://ladestravenaria.blogspot.com UN CLIC E SEI A DESTRA!

UN AUTUNNO CALDISSIMO


Di ROBERTO SALERNO - Portavoce Regionale LA DESTRA Piemonte
Quando i salari aumentano periodicamente dell’1,8 % e l’inflazione del 6 % è il disastro, la catastrofe, per milioni di salariati (lavoratori) e famiglie.E non ci sono dubbi che sarà ciò che attende gli italiani alla ripresa autunnale di settembre finite le vacanze e le ferie d’agosto. I rincari di energia e gas (4-6 %) a causa, si dice, delle continue fluttuazioni dei costi delle materie prime, gli aumenti di tutte le tariffe relative a forniture e servizi ai cittadini, diretta conseguenza dei tagli operati dal Governo ai trasferimenti ai comuni sono i prodromi dell’inesorabile impoverimento dei salari di milioni di italiani. Su tutto regna incontrastata la regina dei fattori destabilizzanti: l’inflazione che sta erodendo e impoverendo senza precedenti le famiglie italiane in special modo quelle a basso reddito, i pensionati con pensioni sociali e tutte le fasce sociali deboli. Tralascio, ma va rilevato, ciò che attende i piccoli imprenditori (che danno lavoro a milioni di italiani) che oltre al bilancio personale devono far quadrare anche quello della loro piccola azienda che non si è vista recapitare alcunché da tutte le manovre che questo Governo ha varato né triennalmente né annualmente. Davanti a questa incombente catastrofe, dal Governo, nessun provvedimento di difesa del potere d’acquisto dei salari e delle pensioni, nessun sostegno alle famiglie, nessun incentivo per le Piccole e Medie Aziende.Si parla e si stima (Il Sole 24 Ore di qualche giorno fa) che la spesa ordinaria (di 1’ necessità) subirà un rincaro medio per famiglia di circa 2 mila euro all’anno con la drammatica risultante di vedere, presto, milioni di italiani diventare (più) poveri e perdere qualità della vita e serenità. Questo, da settembre. E’ una situazione di degrado generale che una forza politica sociale come la Destra deve denunciare e combattere per restituire il diritto ad una qualità della vita degna di tale nome per milioni di famiglie italiane. La scelleratezza con cui questo Governo rimane indifferente a tutto ciò non è accettabile e stupisce l’idea di Tremonti di rilanciare l’economia senza proteggere i redditi medio bassi e senza sostenere la piccola impresa. Quella di cominciare a raccogliere firme per una Iniziativa Popolare di Legge per la difesa del potere d’acquisto dei salari e pensioni è una iniziativa che potrebbe segnare la presenza attiva de la Destra al fianco della “gente”, dei lavoratori e delle famiglie e potrebbe essere utile a recuperare una visibilità politica di cui abbiamo bisogno. Cominciare a settembre proprio da lì, dalla difesa dei lavoratori e pensionati potrebbe essere, quindi, fondamentale. Per quanto riguarda il sottoscritto inizierò a raccogliere firme proprio davanti alla Fiat di Mirafiori, simbolo del lavoro per antonomasia e della fatica dei lavoratori. E dovremmo cominciare a organizzarci tutti.
LA DESTRA VENARIA accoglie con entusiasmo le parole del Portavoce Regionale ON. Salerno e continuerà con maggior determinazione a diffondere in città la voce dell'opposizione Sociale e Nazionale che il nostro partito interpreta solitariamente nel panorama politico italiano.
Già da Settembre saremo in piazza con iniziative a difesa dei salari e del potere d'acquisto di lavoratori e famiglie. Sarà un autunno caldissimo!

martedì 19 agosto 2008

INTERVISTA AL SEGRETARIO STORACE


Vi proponiamo l’intervista a Francesco Storace pubblicata oggi dal quotidiano Il Resto del Carlino. Il segretario de La Destra, replicando al coordinatore di An, che ieri ha detto che le porte del Pdl restano chiuse sia per Casini sia per Storace, esordisce così: “La Russa non mi vuole? E dov’è il problema, sono io che non voglio andarci”, aggiungendo che “sono nato uomo di destra e vorrei morire come tale”. Punto. La Russa è servito, così come An, che secondo Storace “se fosse viva al governo non ci sarebbe bisogno di scioglierla”. E La Destra? In attesa del congresso di novembre, emerge “una notevole disponibilità a dialogare, senza però che questo si tramuti in una camicia di forza”. Tradotto: sulle ipotesi di alleanze con altri partiti “sul piano amministrativo ci ragioneremo”, del resto “non esiste solo la politica ‘politichese’”.
PER VISUALIZZARE L'INTERVISTA CLICCA QUI!

lunedì 18 agosto 2008

SORGI ITALIA!


Il 18 agosto 1975 moriva impiccato in una segreta pontificia a Bologna, lo studente universitario Luigi Zamboni, cospiratore antipapalino, ideatore del Tricolore come vessillo per "far risorgere l'Italia a nuova vita".

SOGNÓ LA LIBERTÁ NE PREPARÓ E NE TENTÓ L'AVVENTO MA TRADITO E CHIUSO IN CARCERE PREFERÍ AL CAPESTRO DEL PAPA QUELLO CHE EGLI STESSO SI FECE E NELLA NOTTE TRA IL XVII E IL XVIII AGOSTO MDCCXCV GITTÓ LA VITA PER QUESTA NOVA ITALIA CHE LO RICORDA PRECURSORE DE' SUOI MARTIRI GRATA LIBERA SICURA

sabato 16 agosto 2008

ANALISI DELLA CRISI OSSETA E DEI NUOVI POSSIBILI SCENARI


di Gabriele Adinolfi
La guerra-lampo, sempre che sia finita qui, della Russia contro la Georgia è stata causata dai continui bombardamenti georgiani in Ossezia e dal conseguente e inarrestabile massacro dei civili osseti. Tbilisi non intende concedere l'autonomia alle regioni che si sono trovate incluse nel suo territorio più per forza che per amore, ovvero Ossezia del sud ed Abkhazia e ha intrapreso imperterrita la pulizia etnica. La Georgia non ha agito da sola: è stata armata e sobillata dagli Usa e da Israele. La provocazione bellica georgiana segue inoltre di pochissimo l'indipendenza unilaterale della narcorepubblica del Kosovo, anch'essa provocata da Washington e Tel Aviv (e si tratta di una repubblica islamica...).
Il tutto s'inquadra nella disperata guerra americana per il mantenimento dell'egemonia mondiale, minacciata dagli sviluppi internazionali degli ultimi vent'anni. Gli scopi di quest'operazione erano due: cercare di tenere sotto ricatto energetico l'Europa e di allontanarla dalla Russia; alimentare lo stato d'animo atto alla creazione dello scudo stellare che la rigetterebbe in modo pressoché definitivo sotto il dominio statunitense.
SEMPRE LA POLONIA...
....Ancora una volta disposta a scatenare una guerra mondiale per gli interessi Wasp... Visto che i Georgani sono andati in fuga con la coda fra le gambe e che tutte le accuse mosse da Tbilisi alla Russia sono state smentite dai fatti, è Varsavia ora che rilancia la crisi bellica su ordine di Washington. La Polonia ha deciso unilateralmente di fornire il suo territorio agli Americani per installare lo “scudo spaziale”, che altro non è se non un dispositivo di aggressione missilistica. La Russia potrebbe rispondere con un dispiegamento di missili sul suo fronte ovest. Il clima si arroventa alla vigilia del vertice Nato su cui Bush e la Rice contano per capovolgere le decisioni dell'Unione Europea che hanno sventato la guerra in Caucaso, guerra su cui il Pentagono e Wall Street avevano fatto affidamento. Ore decisive sull'orlo di una possibile guerra mondiale: Varsavia, Tbilisi e Washington la vogliono scatenare.
PRIMO ROUND PERSO DAGLI U.S.A.
Per il momento agli Stati Uniti e ad Israele non è andata bene; non solo sul campo, dove i Russi, intervenuti dopo l'ennesima strage di Osseti compiuta dai Georgiani, hanno spazzato via l'esercito d'occupazione pur rinforzato da commandos di privati schierati da Washington, ma anche nelle relazioni internazionali. Infatti pur avendo fatto ricorso capillare ai soviet d'informazione che vantano nei media occidentali per condizionare l'operato dei politici, gli Usa hanno ricavato ben poco dalle trattative. Il cosiddetto “piano Sarkozy” stilato per la tregua ricalca in modo impressionante quanto proposto dal Presidente russo Medvedev: rispetto dell'autonomia delle regioni minacciate dalla Georgia, ritiro delle truppe georgiane, ipotesi di referendum per l'indipendenza di Abkhazia e Ossezia del sud, interposizione di truppe internazionali dalle quali, almeno stando alla prima versione, non si escludono truppe russe. Si è persino ventilata l'ipotesi che gli Usa non partecipino alle trattative di pace perché, a detta di Kouchner, il ministro degli esteri francese, pur israelita e atlantista doc, sono attivamente coinvolti nelle ostilità.
DISUNITI GLI UNI E GLI ALTRI
Il primissimo bilancio (che ovviamente potrà essere ribaltato in qualsiasi momento vista la precarietà del tutto) è di doppio smacco per gli Usa. I quali reagiscono gettando benzina sul fuoco: estromissione ventilata della Russia dal G8 ed eccitazione del partito Nato - convocato un vertice urgente per martedì 19 - nel quale patto militare, sostengono, dovrà essere associato al più presto il membro georgiano; e questo quando altri atlantisti doc, come Frattini o Dini si dicono contrari alla sua inclusione nell'alleanza. E dire che la Germania si oppone con tutte le forze all'allargamento della Nato ad est (ed è merito suo se in Ucraina, malgrado l'adesione al Patto, le tensioni con la Russia si sono assai stemperate). Come i Tedeschi si pronuncia Silvio Berlusconi, da tutti ritenuto americanista doc, il quale mostra perplessità sulla politica atlantista di allargamento Nato e insiste sulla necessità di stringere ulteriori rapporti con Mosca. Esattamente come ha fatto Sarkozy, benché in odore di appartenenza al partito israeliano.
E mentre gli Usa si scalmanano, provando ad aizzare i suoi cavalli di Troia in Europa, primi tra tutti la solita Polonia che apporta sempre sciagure e la Repubblica Ceca, Israele, solitamente più freddo ed intelligente, sembra accettare di buon grado la via della mediazione prendendo, almeno per ora, atto della situazione generale. Del resto la politica di Tel Aviv è molto più sottile di quella americana, realista e spregiduicata. “Se gli Usa riusciranno a far degenerare la crisi - pensano nello Stato ebraico - tanto meglio; se non ce la fanno non ci lasceremo travolgere nella loro sconfitta che potrebbe rivelarsi epocale”.
COME MAI L'EUROPETTA?
Le reazioni intrecciate all'aggressione georgiana hanno forse sorpreso gli Stati Uniti; di sicuro tutti gli anti-europeisti convinti per i quali l'Europa dei mercanti non riveste alcun interesse. Come mai, però, questa volta l'Europetta ha detto la sua e non ha cantato in americano? Com'è possibile che ciò sia avvenuto quando la classe politica, quella addetta alle mediazioni e allo spettacolo, è tutta atlantista doc, quando non sia addirittura, come Sarkozy, giunta al vertice per un'azione concordata e pilotata dalle centrali atlantiche?
Si può sorprendere solo chi abbia una concezione superficiale, esteriore e tutto sommato primitiva della politica. Nelle società di stampo mercantile, infatti, sono gli interessi oggettivi (quelli economici innanzitutto) a fungere da struttura mentre la politica spettacolare fa da sovrastruttura. Così quelli che davano per scontata la posizione anti-russa della Ue non avevano fatto evidentemente i conti con i cambiamenti strutturali (e dunque politici) che hanno consentito ai Russi di ottenere un sostanziale sostegno europeo.
Interessi energetici, interessi economici ad est dettano questo genere di politica; altre considerazioni, quali la crisi finanziaria americana e le divergenti direttrici di sviluppo per la fuoriuscita dalla crisi da parte delle due sponde dell'Atlantico dettano questa necessità. Una necessità rafforzata dal potere dell'euro (che da nove anni in qua sta provocando una serie di guerre preventive americane) e dalla crescita politica franco-tedesca cui si è andata aggregando da poco la presenza italiana (una primizia nel dopo Craxi). Al tutto si aggiungano il rapido declino britannico e la costante attrazione della City nella periferia di Francoforte. Possiamo dire, con orgoglio e soddisfazione, che la politica di Mitterrand e di Kohl alla lunga ha dato i suoi frutti. Ma c'è ancora un gap da colmare tra la sostanza e la forma; soprattutto la cultura ideologico-politica che impera in Europa occidentale è ancorata alla situazione antica. Assistiamo così, oggi, a un sorprendente squilibrio tra la sovrastruttura ideologico-informativa e la struttura politico-economica. Grottesca e stridente si è dimostrata nella vicenda l'informazione: a sentire i telegiornali sembrava che la Georgia fosse l'aggredita e che l'emergenza fosse tutta anti-russa. Il paradosso non sta nel fatto che la realtà tangibile ed evidente delle cose fosse diametralmente opposta e riconosciuta anche da diplomatici americani, come lo stesso veterano del Caucaso Carey Cavanaugh (tanto siamo abituati alla menzogna come filo conduttore, alle leggende nere, ai ribaltamenti della verità), bensì che la linea diplomatica intrapresa dai governi europei andasse in direzione assai diversa da quella dipinta dai soviet della comunicazione. Ma questo squilibrio può ingannare le masse e i superficiali, non di certo chi opera concretamente. E gli strateghi del partito atlantico, che non sono quelli delle avventure georgiane ma persone più avvertite, rispondono a questo smottamento continuo, di cui sono ben consci, garantendosi in mancanza di meglio il controllo lobbistico dei politici principali: così facendo non sventano ma rallentano il processo di emancipazione europea e d'intesa eurorussa (che tra l'altro sono stati i temi principali toccati da Berlusconi immediatamente dopo la vittoria elettorale) e tutto resta così ancora possibile. La partita insomma si gioca nel cuore della Piccola Europa in cui non c'è ancora corrispondenza tra la sostanza (che c'è) e la sovranità (che ancora non c'è).
COME CICERONE CHE PROPRIO NON CAPI'
Gli anti-europeisti per partito preso ci dicevano che l'Europa a una voce avrebbe parlato per forza americano; che dotarsi di una politica comunitaria unificata avrebbe significato obbedire al Pentagono. E invece la prima volta in cui l'Europetta ha espresso, di fatto anche se non ancora di diritto, una sua politica estera se n'è infischiata della voce dei piccoli (tutti pro-americani i micronazionalismi...), li ha ignorati e ha seguito la linea tedesca. Certo, è da vedere come resisterà alle pressioni e ai ricatti di parte americana la settimana ventura al vertice Nato cui si troverà, come ben sanno gli Usa, senza la guida franco-tedesca ma, al momento, la scelta di campo è chiara e ha deluso la Casa Bianca. Alla prima prova dei fatti è apparso chiaro che l'anti-europeismo, sbandierato nel nome di sovranismi nazionali del tutto nominali, irreali, inattuali, non concreti, non possibili se non come valvassinaggio, non solo è sterile reazione ma è un fattore di attrito molto gradito oltreoceano. Solo chi ha una concezione inerte della storia, una visione primitiva della vita, una percezione superficiale e spettacolare della politica, del resto può liquidare un fenomeno in potenza, quale l'europeo, come qualcosa dall'esito scontato, può rifiutare a priori di battersi per condizionarlo, abbarbicandosi invece in difesa di barricate immaginarie già travolte oltretutto da quel dì. E' fare come Cicerone o Catone l'Uticense che, per mantenere a ogni costo una vecchia concezione di Roma, le stavano impedendo non solo ogni avvenire imperiale, ma ogni possibilità di tenuta. Molti anti-europeisti sono sicuramente animati da un buon sentimento ma non c'è in loro alcun senso dei tempi, alcun gusto della sfida, alcuna volontà di potenza. E, per giunta, i fatti sono lì a dimostrare che le stesse valutazioni che danno delle cose, delle dinamiche, delle evoluzioni politiche, sono complessivamente sbagliate; le verifiche danno loro quasi sempre torto, né potrebbe essere diversamente.
THIRIART+ CORRIDONI
La lezione che dobbiamo trarre da questa storica, anche se forse passeggera, soluzione della crisi osseta è che si deve iniziare a ragionare in termini europei, ad agire in spazi europei, mirando alla possibilità di potenza, dunque d'indipendenza. Bisogna condizionare quello che si muove invece di passare il tempo a controbattergli quello che va in decomposizione. Non ha senso dire “quest'Europa non ci piace” se invece di costituirne apertamente un'altra (Nazione delle Patrie) le si contrappone un'Italia (o una Spagna, o una Francia) che, così com'è, ci piace ancor meno e che, soprattutto, è più suddita e non ha alcuna prospettiva di uscire dalla sottomissione: si agisca anziché lamentarsi! Questo non solo per andare in pressing sulle espressioni politiche del Vecchio Continente in unificazione, in modo da aumentarne il desiderio di autonomia e spingere un po' più in là le relazioni organiche con la Russia (il che significherebbe anche rinnovarle per completo le rappresentanze politiche), ma anche per riprendere ed attualizzare l'ideale nazional-europeo anticipato magistralmente da Jean Thiriart. E il tutto va collegato con l'ideale sindacalista rivoluzionario diretto di Sorel, Corridoni e Ledesma Ramos, in una logica di corporazioni europee che consenta il superamento del liberismo operando e andando a battaglia e a trattativa laddove ci sono possibilità di soluzioni economiche reali perché, a differenza dei micro-feudi nazionali, c'è potere economico effettivo. Si tratta di un'azione di riconquista sociale che s'innesta su quella di riconquista nazionale. La strada è aperta, bisogna lastricarla; in ogni caso quanto accade dalla caduta del Muro di Berlino ad oggi ci dimostra che prenderla o meno dipende solo da noi. E questo è il problema: non l'unico ma il principale.

"FAMIGLIA CRISTIANA" PUO STAR TRANQUILLA


IL FASCISMO E' STATA UNA COSA TROPPO SERIA

Famiglia Cristiana torna nuovamente a censurare con toni esasperati la situazione politica italiana e le gesta dei suoi protagonisti in un editoriale del numero in edicola questa settimana, questa volta a firma di Beppe Del Colle.. Tale articolo replica alle critiche che erano arrivate da più parti dopo le frasi pubblicate dal settimanale dei paolini, con cui si accusava il governo Berlusconi di creare “una finta emergenza” sicurezza per nascondere i veri mali del Paese. In pratica trattasi degli ultimi provvedimenti che le autorità italiane hanno messo in atto contro rumeni e zingari (la questione delle impronte e dei campi rom) e poi si augura che “non si riveli mai vero il sospetto che stia rinascendo qui da noi in Italia, sotto altre forme, il fascismo. Il leghista Maroni sarebbe il migliore attuatore di provvedimenti repressivi di natura fascista, con la raccolta delle impronte degli abitanti dei campi nomadi, che il settimanale diretto da Antonio Sciortino definisce “indecenti”, ma si scaglia anche contro altri esponenti del governo Berlusconi.Sinceramente, senza entrare troppo nella polemica, al sottoscritto preme soltanto evidenziare l’assurdità di paragonare il governo in carica di Fini e Berlusconi con una cosa estremamente seria e grande quale è stato il fascismo.Il fascismo è stato l’unico modello di regime che ha indicato una terza via alternativo alla liberal democrazia e al comunismo. E’ stato l’esaltazione tragica del sentimento dell’onore e il culto dell’energia vitale. E’ stato ed ha rappresentato una concezione spirituale della vita e del mondo. E’ stato la patria, la comunità, la tradizione e la giustizia sociale. La sua trilogia e stata: Popolo – Nazione - Stato. Nel bene e nel male ha rappresentato una delle grandiosità del Novecento e intorno a quel regime migliaia di libri si interrogano ancora su una serie di questioni che riguardano non solo la sua grandiosità, sempre più condivisa, ma anche le interpretazioni del pensiero e del sentimento politico, le emozioni che divennero cultura e poi azione, costruzione materiale. Stiano tranquilli i redattori di Famiglia Cristiana, il fascismo è una cosa troppo seria e forse irripetibile.
Raffaele Bruno

martedì 12 agosto 2008

LA VIA DEL SAMURAI


Da qualche tempo, ho terminato la lettura di un libro molto interessante. Il Libro segreto dei Samurai: “Hagakure”.
Un testo pubblicato nel 1906, da Yamamoto Tsunetomo, ex samurai, che giunta un’epoca di pace e conseguente decadenza, dell’Impero giapponese, decise di chiudersi in un monastero buddhista e così partorire quest’opera, consistente in un’insieme di saggezze e massime spirituali che indicavano il codice dei Samurai, ovvero il Bushido.
L’autore spiega in un passaggio, che in tempi di pace la decadenza dei costumi e le mode imperanti, portavano il giovane a disinteressarsi alla vita pubblica e militare. Il giovane Samurai doveva tenere bene a mente che per adempiere al suo dovere, occorrevano una disciplina interiore ed esteriore ben marcata, il coraggio, l’onore, la determinazione, la fedeltà cieca ai propri superiori e all’Idea che animava la sua vita.
Essi rappresentavano una casta di guerrieri aristocratici, non soltanto della spada, ma anche e soprattutto dello spirito.
Soldati mai dimentichi che la dignità e l’onore sono aspetti imprescindibili per un combattente, il quale deve sconfiggere un nemico, non umiliarlo.
Nell’epoca contemporanea abbiamo l’esempio di un personaggio che si considerava l’ultimo dei Samurai e che per la destra europea, ha sempre rappresentato un modello culturale e mitico di riferimento: Yukio Mishima (che per altro firma con un commento l’opera in questione).
Mishima fu patriota (molte delle sue opere contenevano personaggi ispirati a questo sentimento), molto critico verso i politici giapponesi a lui contemporanei; da lui emergeva il culto dell’Impero, della potenza giapponese, e una visione tradizionale dell’esistenza.
Quanto oggi può essere conservato e riadattato, ad esempio nella militanza politica antagonista, dell’etica dei Samurai? Della via del Bushido? Molto.
Può e deve essere ripresa la ferrea disciplina che caratterizzava questi lottatori esemplari.
Può e deve essere ripresa la volontà, la determinazione, la caparbietà, nel sacrificio, di voler raggiungere le alte vette, attraverso la dominazione di sé, prima ancora che sulla realtà che si vuole cambiare.
I Samurai ci insegnano che bisogna stare lontani dalle tentazioni che lo spirito possono inquinare, ricercando una rettitudine ed un’austerità, utili a prepararsi alla battaglia ma anche a condurre un’esistenza rispettosa del proprio corpo e della propria anima.
In questo senso, potremmo dire che la nostra ferma opposizione ad ogni droga (a mio parere includerei anche l’alcol in dosi eccessive) è prioritaria al fine di costruire una gioventù forte, non solo fisicamente.
Inoltre, va detto che termini quali “guerra”, “battaglia”, “lotta”, nel contesto di questo articolo, vanno considerati quali metafore della vita e della scelta di vita che in questo caso (il nostro) sappiamo essere votata alla militanza e regalata ad una passione suprema e un desiderio di edificare un mondo migliore di quello che ci è toccato in sorte.
Tutti i concetti e tutte le massime che gli antichi Samurai ci tramandano, possono essere riattualizzati e riadattati a qualunque militante politico si schieri in posizione alternativa al sistema attuale, aggiungendo che questa figura rappresentava un esempio di uomo tradizionale (come l’uomo romano, quello spartano, il cavaliere medievale, il combattente della Seconda Guerra Mondiale), completo sotto ogni punto di vista, in particolar modo quello spirituale.
Un esempio di campione della morale estetica, a cui attingere per costruire un modello di condottiero moderno, che conserva una visione tradizionale e capace di trovare una via interiore in grado di renderlo un individuo sicuro di sé, delle proprie capacità, armato di consapevolezza e volontà di raggiungere grandi obiettivi.
In particolare i giovani militanti, dovrebbero studiare e approfondire questo tipo di figure, e cercare per quanto più gli è possibile, di trarne ispirazione, almeno dal punto di vista morale e spirituale, ricordando che prima di tutto, la grande battaglia da vincere è quella contro se stessi (soprattutto in questi tempi di decadenza morale e non) e solo dopo aver trionfato sulle proprie debolezze, è possibile pensare di fronteggiare altri nemici.
Si potrebbe cominciare proprio da questo breve e interessante libello, che conserva una sapienza e un insieme di messaggi utili a capire meglio i meccanismi interiori dai quali può, con un buon lavoro d’animo, scaturire una personalità capace di superare il nichilismo che sta annientando la nostra civiltà.

Emiliano Romanelli
Portavoce Gioventù Italiana Venaria
Responsabile provinciale di Gioventù Italiana Torino

sabato 9 agosto 2008

OSSEZIA SI RIACCENDE IL CONFLITTO TRA RUSSIA E GEORGIA. UNA PRIMA ANALISI


Di Elia Pirone

In Georgia sono da tempo presenti regione autonome (l’Abkhazia e Ossezia del Sud) e semi-autonome (La Ajaria), che di fatto conducono una vita sociale e politica in uno stato di indipendenza nei confronti della Georgia stessa. E’ scottante l’esempio della regione dell’Ossezia, divisa in due parti – Nord (è una repubblica autonoma della Federazione Russa) e Sud (provincia autonoma georgiana ma che, come si è detto, è ormai da tempo indipendente). E’ accaduto dunque che i georgiani abbiano attaccato la repubblica separatista prendendo a cannonate “obiettivi sensibili”, come una caserma di interposizione russa, università e ospedale. Ciò ha provocato la reazione dei separatisti, che parlano di migliaia di morti, e la loro richiesta d’intervento a Mosca, la quale ha risposto inviando truppe ed entrando nella capitale dell’Ossezia del Sud. Queste sono le uniche cose chiare in momenti concitati come questi, il resto è avvolto dal dubbio dell’incertezza: i bombardamenti, i combattimenti tra le due parti sono ancora indefinibili anche se sono avvenute azioni molto pesanti.Le reazioni politiche non si sono fatte attendere: il premier russo Putin ci è andato pesante: “In Sud Ossezia di fatto è scoppiata la guerra”, ma Bush non ci sta: “Nessuno la vuole”. D’altra parte il presidente della Federazione Russa Medvedev ha affermato che si sta effettuando un’azione militare per “costringere la parte georgiana alla pace”, per poi aggiungere che quanto sta avvenendo è “una catastrofe umanitaria” e che “i responsabili devono rendere conto di quanto hanno fatto, anche di fronte al diritto internazionale”. Il Dipartimento di Stato americano e la Rice chiedono “un immediato cessate il fuoco nel conflitto armato”. Intanto anche l’Unione Europea si mobilita per cercare di ricucire quello che sembra uno strappo ormai insanabile e destinato alla guerra aperta. Il presidente di turno UE ha comunicato “E’ stato deciso che inviati dell’Osce, dell’Unione europea e degli Usa si recheranno in Georgia per giungere appena possibile ad un cessate il fuoco”. Il problema è che sembra proprio che qualunque cosa si cerchi di fare non riesca a risolvere il conflitto imminente. Basti pensare che le forze di interposizione georgiane, che avrebbero dovuto compiere una missione di contenimento assieme ai russi, hanno sparato contro questi ultimi. Tutto lascia pensare che la cosa non potrà essere risolta per mezzo della diplomazia, figurarsi con gli euroburocrati.

Roma, 9 ago. (Apcom) - "Kossovo indipendente, Ossezia no. Gli Usa dettano legge, le vie del petrolio sono infinite. In Georgia si sperimenta l'eterodeterminazione dei popoli". Lo dichiara Francesco Storace, segretario nazionale della Destra.
CLICCANDO SUL SEGUENTE LINK POTRETE LEGGERE UNA ANALISI PIU APPROFONDITA DEL CONFLITTO A CURA DI GABRIELE ADINOLFI http://www.ladestranews.it/la-destra-giovanile/la-guerra-in-ossezia-del-sud-i-coinvolgimenti-mondiali-le-cause-la-posta.html

venerdì 8 agosto 2008

BOICOTTA LE OLIMPIADI DEL TERRORE!


ROMA 8 AGOSTO: UN GRIDO SQUARCIA IL CIELO: TIBET LIBERO!

È' il grido dei giovani de La Destra che si sono radunati in via del Corso a due passi da Piazza di Spagna. Cento persone attorno a bandiere e striscioni che inneggiano alla libertà del Tibet capeggiati da una camionetta da cui parlano a turno vari esponenti delle associazioni per i diritti umani , numerosi interventi anche degli esponenti romani de La Destra, si chiede la libertà per il popolo tibetano e diritti umani per quello cinese , si vuole lanciare un messaggio all'intera nazione: Boicottare queste olimpiadi, spegnere la TV, solo così potremmo dare un segnale forte al mondo intero , questo il contenuto degli slogan dei ragazzi di Gioventù Italiana.. Ma la vera sorpresa della giornata viene presentata da un fuori programma ,un blitz dei giovani militanti de la Destra in Piazza di Spagna . Un centinaio di ragazzi di Gioventù Italiana infatti ha letteralmente occupato la scalinata di Piazza di Spagna , srotolando un lunghissimo striscione con scritto Tibet Libero , lanciando centinaia di volantini arancioni e accendendo decine di fumogeni arancioni e urlando lo slogan -Tibet Libero- sventolando bandiere del Tibet del la Destra e tricolori . Tutto questo davanti a una Piazza di Spagna gremita di turisti attoniti e davanti alle telecamere delle televisioni nazionali. Al termine del colorato e rumoroso blitz un lungo applauso della piazza in risposta all'iniziativa di protesta fa capire che il messaggio è stato lanciato e che la protesta contro queste Olimpiadi e la lotta per il Tibet libero è solo cominciata.


mercoledì 6 agosto 2008

GIOVENTU' ITALIANA TORINO SUL "CAROLIBRI"


“Carolibri: previsti aumenti per le famiglie italiane ”

Da La Stampa di oggi, 6 Agosto, si apprende dell’aumento previsto per quanto riguarda il carolibri, in vista del nuovo anno scolastico, di circa 14 milioni di euro in più rispetto al precedente.
L’associazione Altroconsumo ha stimato che lo sforamento per quanto riguarda le classi si aggira attorno al 46% , mentre l’aumento, per quanto concerne istituti tecnici commerciali e industriali, dei testi al 18-20%.
Gioventù Italiana Torino - movimento giovanile de La Destra - prende una posizione circa la situazione generale del carolibri, primaria emergenza per gli studenti (e le famiglie) italiani, attraverso il suo responsabile provinciale, Emiliano Romanelli, che afferma: “la questione del carolibri è uno dei principali problemi che un governo o un’amministrazione dovrebbero affrontare, poiché da anni grava fortemente sui giovani e sulle loro famiglie”. Aggiunge. “sugli italiani il peso del carovita è già molto alto, che si tuteli almeno il più elementare diritto, quello allo studio, dimezzando i costi dei libri di testo”. Un tema che sta molto a cuore al movimento giovanile de La Destra torinese e non soltanto, “per il quale saremo pronti a mobilitarci e organizzare campagne di sensibilizzazione davanti alle scuole e agli istituti torinesi, affinché gli studenti siano consapevoli della necessità di arrivare ad una soluzione a questo annoso problema che pesa come un macigno sulle tasche delle loro famiglie", sottolinea il Portavoce provinciale di Gioventù Italiana.

Nel frattempo è tutto rimandato a settembre con l’inizio del nuovo anno scolastico e l’apertura delle Università.
Ufficio Stampa

Gioventù Italiana TORINO