sabato 13 settembre 2008

GIANFRANCO FINI ED IL SUO ANTIFASCISMO. LE REAZIONI


"Chi e' democratico e' a pieno titolo antifascista, la destra deve riconoscersi nell'antifascismo... non si può equiparare chi stava da una parte e combatteva per una causa giusta di uguaglianza e libertà e chi, fatta salva la buonafede, stava dalla parte sbagliata”.
"Chi è democratico cioè si riconosce nei valori della libertà, dell'uguaglianza e della giustizia sociale è antifascista, ma non tutti gli antifascisti in Italia erano democratici". E ancora: "Se in Italia non e' stato cosi' agevole e' perche' non c'e' stata una destra in grado di dire che ci riconosciamo in pieno nei valori anti-fascisti" Così il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha parlato ad Atreju, la festa dei giovani di alleanza nazioanale.
STORACE, FINI RINFOCOLA ODI
“Con le sue dichiarazioni, è Fini a confermare chi è che vuole riportare l’Italia sessant’anni indietro, è lui che irresponsabilmente rinfocola odi e mette nel mirino dell’estrema sinistra quanti non si rassegnano a subire la verità di chi per decenni ha negato persino la tragedia delle foibe. Ci ha messo quarant’anni, l’onorevole Fini, per scoprire l’antifascismo che a Fiuggi era strumento ed ora è issato a valore, dimenticando i crimini commessi persino nell’immediato dopoguerra nel nome dell’antifascismo nel triangolo della morte. E’ Fini, per ragioni interne a un partito e a una coalizione, che vuole il ritorno dell’estremismo con le sue irresponsabili dichiarazioni di oggi. L’uomo che a Sorrento predicò il fascismo del 2000 fa scoprire ogni giorno di più quante falsità abbia propagato a chi credeva in lui. Si può essere tranquillamente democratici senza bisogno di essere antifascisti proprio perché ci sono stati antifascisti – in Italia e non solo nell’Urss - che tutto furono tranne che democratici; si può fare il presidente della Camera senza bisogno di ripetere quel che diceva il suo predecessore; ma non dica mai più quel che deve fare una comunità di destra che questo Paese ha amato per tantissimi anni e che non merita di essere offesa fino a questo punto”.
On. Francesco Storace, Segretario Nazionale "LA DESTRA"
"Ora non ci sono più alibi per nessuno. Le parole dell’onorevole Gianfranco Fini sono state così chiare che dovrebbero mettere fine ai due linguaggi, uno di coerenza ideale rivolto ai militanti e uno furbesco e ondivago, tra il dire e il non dire, rivolto al mondo politico esterno, linguaggi utilizzati dal 1994 in poi da gran parte dei dirigenti di An. Ora dovrebbe essere più evidente per tutti del perché abbiamo dato vita al nuovo partito La Destra, difendendone la libertà, l’identità e l’autonomia con costi personali e politici. Lo spartiacque è preciso, secondo le affermazioni di Fini: ogni tipo di aberrazione storica è attribuita al fascismo e ogni anelito di libertà, di giustizia sociale e di pluralismo politico è attribuito all’antifascismo. Pertanto, anche i crimini compiuti in nome dell’antifascismo sono giustificati, in quanto, secondo la logica del ragionamento fatto dal presidente della Camera, furono una necessità per chi combatteva ‘nella parte giusta’ contro i fascisti che, invece, combattevano ‘per la parte sbagliata’ e rappresentavano dittatura e sopraffazione. Per chiudere il ciclo di chi nel 1992, al Palazzo delle Esposizioni di Roma, dichiarava che “il fascismo era il seme della storia”, manca solo l’ultima fase che potrebbe essere rappresentata dal passaggio all’antifascismo militante. Fu proprio nel nome dell’antifascismo militante, infatti, che furono giustificati negli anni settanta gli omicidi dei giovani militanti del Movimento Sociale Italiano, perché identificati come portatori di idee illiberali. Chi si aspetta che tutti coloro che hanno fatto le proprie fortune politiche e personali con oltre 50 anni di neofascismo possano reagire resteranno fortemente delusi. E anche per questo motivo è nata La Destra"
On. Teodoro Buontempo, Presidente de "LA DESTRA"

"Vorrei ricordare a Gianfranco Fini che, in nome dell'antifascismo che oggi lui esalta come requisito essenziale per essere democratici, negli anni 70 e fino all'83 hanno ammazzato decine di ragazzi di quel Fronte della Gioventù di cui lui era Segretario Nazionale.Anche loro erano dalla parte sbagliata? Dopo aver dichiarato la militanza antifascista quando inneggerà all'antifascismo militante? In fin dei conti quelle simpatiche spranghe - seguendo i suoi ragionamenti - piovevano sulla testa dei ragazzi di Destra per combattere il male assoluto in nome della democrazia."
On. Alberto Arrighi, componente Comitato Politico Nazionale "LA DESTRA"

Fini è all'assalto della sua stessa storia. Dopo il voto agli immigrati il presidente della Camera torna a parlare di antifascismo e di fascismo disconoscendo di fatto la sua stessa storia."I giovani della destra e la nostra comunità politica devono riconoscersi a pieno titolo nei valori dell'antifascismo...Si tratta di valori ben chiari nella nostra Costituzione, che il Capo dello stato ha richiamato, che a pieno titolo possono essere definiti valori antifascisti". Ricordiamo al Presidente della Camera che i valori dell'antifascismo sono quelli ben descritti da Pansa (!), valori che hanno portato all'eccidio di migliaia di Italiani innocenti (colpevoli, magari, anche solo di aver indossato qualche Domenica la camicia nera!), che hanno portato ad una guerra civile orrenda, guerra che è continuata sino agli anni '80. Questi valori erano i valori dello slogan "uccidere un fascista non è reato", erano i valori che hanno causato l'uccisione di 26 dei nostri "Cuori Neri" (Sempre Presenti!). I valori dell'antifascismo, inoltre, hanno portato allo smantellamento di opere pubbliche di alto valore storico, alla abrogazione di provvedimenti importantissimi ed innovatori e quant'altro di buono era stato fatto durante il ventennio, per semplice vendetta. Ben altri, a mio avviso, devono essere i valori in cui i giovani (tutti e non solo quelli di destra) devono riconoscersi: i valori dell'unità nazionale e del patriottismo (in un'epoca in cui sempre più assistiamo ad una decandenza del sentimento nazionale), i valori della Famiglia (in un'epoca in cui di fatto la Famiglia è sgretolata), i valori dello Stato sociale (in un'epoca in cui prevale solo il capitalismo), i valori dell'ambientalismo (in un'epoca in cui prevale l'interesse economico e l'industrializzazione a danno della salute dei cittadini), i valori del Lavoro (in un'epoca in cui prevale il precariato e la globalizzazione), i valori della sicurezza e così via. Chiudo riportando le parole dell’intellettuale francese Claude Ferrere: "Alcuni italiani si sono vendicati di un Capo troppo grande per loro, le cui stesse benemerenze apparivano troppo gravose. E tutti i governanti d’Europa anche se non osarono approvare apertamente, gioirono in segreto. Dinanzi a quell’Uomo erano afflitti da un conplesso di inferiorità insopportabile, come era accaduto tempo prima con Napoleone. Duemila anni or sono per le stesse ragioni, venne ucciso Giulio Cesare."
Michele Arnoni, Circolo LA DESTRA "Rivolta Ideale"
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